Resilienza. Caso studio #1
- Cesare Sartore
- 30 ott 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Inizierò a riportarti alcuni esempi pratici di clienti che ho seguito direttamente e che hanno migliorato notevolmente il loro modo di muoversi e la qualità della loro vita.
Il primo caso studio si tratta di mio padre, Rinaldo, e il suo percorso inizia circa nel Giugno 2020.
Diagnosticata una artrosi all'anca con necrosi ossea a Febbraio 2020, nel giro di qualche mese si è trovato a zoppicare in modo vistoso a causa del dolore all'anca. Da subito gli insegnato esercizi di massaggio miofasciale, grazie ai quali ha potuto contenere tutte le problematiche correlate alla zoppia, tra cui:
insorgenza di mal di schiena
dolori al ginocchio
modifica della memoria motoria sulla camminata
Con attrezzi poco costosi ed esercizi di massaggio mirati su specifici gruppi muscolari, Rinaldo è riuscito a evitare molte problematiche, oltre che risparmiare molti soldi (da fisioterapisti, ortopedici o altro).

Purtroppo a causa della necrosi ossea, la situazione ha richiesto la sostituzione dell'anca con una protesi, ma le tempistiche di attesa per le operazioni quest'anno si sono dilungate parecchio a causa della pandemia.
Da Giugno fino a Dicembre (data dell'operazione), ci siamo trovati ad insistere su ciò che la mobilità ed il dolore permettevano, quindi:
massaggio miofasciale
mantenimento muscolare su tutto il corpo cercando di creare solidità strutturale
Fermatevi un attimo, pensate come può essere il vostro umore se per sette mesi vi tolgono ciò che amate fare. La bici, le camminate in montagna, la corsa, qualunque cosa. Vi sentireste stressati e giù di morale, vero? Vorreste vedere il prima possibile la luce in fondo al tunnel, giusto?
Queste emozioni le ho ritrovate in mio padre, appassionato ciclista ed esperto climber, che per 7 mesi si è visto privare delle sue passioni. Questa privazione, però, è stato anche il motore che gli ha permesso di dedicare tutto se stesso alla fase di recupero post-intervento, descritta qua sotto.
Come potete vedere senza entrare nei dettagli, a livello posturale si ritrovano molti scompensi: la gamba destra (quella operata) incapace di distendersi completamente, una compressione sul fianco destro, una leggera scoliosi, una spalla più bassa. Ma il problema più grosso è la memoria muscolare sulla camminata ancora impostata sulla modalità "zoppia".
Quindi cosa abbiamo fatto? Ripreso a camminare cercando di correggere gli errori?
Assolutamente no! Tutt'altro che questo, e le foto seguenti ti dimostreranno che il lavoro è incentrato solamente sulle connessioni muscolari.
Cosa mai viste vero? In realtà si tratta semplicemente di conoscenza del corpo per creare una struttura solida e RESILIENTE.
Questo lavoro, volto a creare un corpo integro e solido, ha benefici diretti sulla funzionalità dell'anca, la camminata e tutti i movimenti quotidiani.
E' ormai passato un mese dall'operazione e mio padre dopo solo un mese è in grado di camminare senza zoppia e senza brutti scompensi che possono portare a problematiche alla schiena. Non è magia, ma è dedizione al lavoro.
Il percorso sarà ancora lungo, ma è così per tutti, perché c'è sempre un margine di miglioramento. Nelle immagini seguenti puoi vedere cosa significa costruire un corpo resiliente.
I risultati parlano da soli e il feedback di mio padre è questo:
Passare un tempo così lungo lontano dalle mie passioni sportive, avvertire questa progressione negativa, che nel giro di qualche mese ha ridotto poco a poco le possibilità praticarle ad un minimo livello soddisfacente, mi ha indotto a orientare gli obbiettivi.
Quando ho realizzato che la strada da intraprendere sarebbe stato un intervento protesico, ho pensato di lavorare fin da subito su un percorso di ricostruzione. Il vantaggio di disporre di opportunità, nel mio caso facilmente accessibili, mi ha permesso di fruire di mezzi efficaci, prima per contenere le limitazioni fisiche subite dalla malattia, dopo per poter ripartire in un efficace sistema di riabilitazione.
Ciò che non può comparire nelle ricette delle tecniche riabilitative, è la necessità di tradurre a proprio vantaggio motivazionale, l'esecuzione di esercizi il più delle volte noiosi e dolorosi in pratica sportiva stessa, ma è palese che dopo un lungo periodo di inattività, anche il più forte dei sedentari vedrebbe queste torture come piacevoli esperienze.





















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